Tutti i semi del mondo sono qui dentro

Ovvero nello Svalbard Seed Vault, una vera e propria cassaforte «a prova di catastrofe» che dal 2008 custodisce oltre un milione di campioni

15 ottobre 2025
2 min di lettura
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Tutti i semi del mondo sono qui dentro

Dal sorgo del Sudan al riso della Thailandia, passando per tutti gli altri Paesi del mondo: cosa accadrebbe se a causa di guerre, catastrofi naturali o altri eventi avversi perdessimo per sempre le nostre culture e la loro preziosa biodiversità? Meglio creare una cassaforte, di quelle super sicure e a prova di Arsenio Lupin, per tenere una scorta di tutti i semi che abbiamo e poterli così rigenerare e ripiantare all’occorrenza.

Per questo è stato creato lo Svalbard Seed Vault, una struttura «a prova di catastrofe» che dal 2008 custodisce circa 1 milione e mezzo di campioni di semi in 129 depositi interni, per un totale di oltre 6mila specie diverse. Una raccolta di tutto il patrimonio agricolo mondiale che continua di giorno in giorno, potendo arrivare a una capacità massima di 4,5 milioni di pacchetti.
Il Vault è scavato nella montagna vicino a Longyearbyen, la città più popolosa delle isole Svalbard e anche il centro abitato (tra quelli con almeno 1.000 abitanti) più a nord del pianeta. La camera di stoccaggio è mantenuta a −18 °C con un sistema di refrigerazione supportato dal permafrost circostante e la montagna fornisce isolamento naturale in caso di interruzione elettrica. La galleria e i depositi sono stati scavati per decine di metri nella roccia, a garanzia di robustezza.

La proprietà della struttura è del governo norvegese, la gestione operativa è una partnership tripartita tra il Ministero norvegese dell’Agricoltura, il Nordic Genetic Resource Center e il Crop Trust. I campioni depositati (gratuitamente) rimangono invece di proprietà delle istituzioni che li depositano e soltanto il depositante può richiederne il prelievo.
È successo, ad esempio, nel 2015, quando la guerra in Siria ha interrotto il funzionamento della banca dei semi Icada ad Aleppo, un centro dove erano conservate centinaia di migliaia di campioni utili per coltivare le zone aride. Dato che le infrastrutture erano compromesse, l’unica soluzione fu chiedere allo Svalbard Seed Vault i duplicati che Icada aveva depositato lì precedentemente, per poter continuare a distribuire il materiale agli agricoltori. Più avanti, il centro poté depositare nuovi semi nella cassaforte collettiva. 

Questo caso dimostra concretamente come lo Svalbard Seed Vault sia uno dei più efficaci risultati in termini di cooperazione internazionale per la sicurezza alimentare. Un traguardo reso possibile da persone lungimiranti e mantenuto in vita da persone competenti, che ogni giorno viaggiano con cassette sotto freddo e portano avanti il lavoro lento di seminare e moltiplicare piante, per ottenere abbastanza seme da conservare o da distribuire a chi ne ha bisogno. 

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